IMPUGNAZIONE LEGGE BASILICATA PUBBLICATA IN UN ARTICOLO DEL QUOTIDIANO “ROMA”

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IMPUGNAZIONE LEGGE BASILICATA PUBBLICATA IN UN ARTICOLO DEL QUOTIDIANO “ROMA”

Dopo un paio di anni di gestazione è venuta alla luce la Legge della Regione Basilicata numero 30 approvata il 20 Novembre scorso.    Per rimanere nella metafora il parto è venuto male visto che solo tre settimane dopo il Governo Gentiloni  impugnava la medesima Legge per incostituzionalità, ravvisata peraltro  in molti dei suoi articoli.

Ovviamente si è scatenato il finimondo con accuse al Governo di  “grave atto di inciviltà” secondo le parole pronunciate dal Consigliere Paolo Castelluccio   il quale rincara  la dose dicendo  che questa Legge avrebbe messo  la Regione Basilicata al passo con le altre Regioni che hanno già approvato leggi sulla Lis.  Peccato che al Consigliere sia sfuggito il fatto che in nessun’altra Regione è venuto in mente di  inventarsi “l’albo degli Interpreti”  cosa che invece ha fatto la Basilicata dedicando  ben  cinque dei dodici articoli della Legge ai medesimi interpreti.  Più che una Legge sulla Lis e sui diritti dei sordi sembra una Legge volta a regolamentare il lavoro degli interpreti.  Cosa ancora più grave è il fatto che nelle previsioni del provvedimento c’era  la proibizione assoluta non solo da parte del  pubblico,  ma anche di  un privato,  di servirsi di interpreti non iscritti all’Albo: cosa che ovviamente non sta né in cielo e neppure in terra.

Qualcuno avrebbe dovuto spiegare alla Giunta ed al Consiglio che esiste già la Legge 4/2013 che regolamenta le professioni cosiddette “non organizzate” tra le quali c’è anche quella degli interpreti Lis. Le due  Associazioni Nazionali Animu ed Anios sono infatti  iscritte nel Previsto elenco detenuto dal Ministero dello sviluppo economico e sono inoltre   riconosciute internazionalmente tramite l’appartenenza ad EFSLI  (European Forum of Sign Language Interpreters).

La scrivente Associazione Nazionale Interpreti Lis  (ANIMU)  non appena avuta notizia del Progetto di Legge,  si è premurata di contattare i colleghi di Anios per redigere  una memoria  congiunta che avrebbe dovuto mettere sull’avviso  la Regione in quanto venivano elencati tutti i motivi di criticità.  La memoria,  regolarmente inviata a Presidente del Consiglio Regionale  il 16 ottobre,  concludeva con la profetica frase “ riteniamo che il provvedimento in discussione non supererebbe il vaglio di legittimità previsto dal nostro ordinamento … “.   Così è accaduto ed  i rilievi del Governo sono i medesimi che avevamo sottolineato.

E i sordi?  Anche loro avevano protestato in  un incontro con la Regione  avvenuto il giorno 9 ottobre ma inutilmente ed  il sito della Sede centrale Ens,  molto diplomaticamente scrive  in un suo articolo del 15  Gennaio: “’ENS, così come le Associazioni interpreti, aveva già segnalato alla Regione Basilicata nel mese di ottobre 2017, che il testo presentava alcune criticità su tale regolamentazione,…”  .

Si è sbandierato da più parti che la Regione sarebbe venuta incontro alle esigenze dei millecinquecento sordi del territorio  ma a questo punto la domanda centrale diventa la seguente:  Non  era più semplice costituire un tavolo di lavoro preparatorio costituito dai rappresentanti della Regione,  Delle Associazioni Nazionali degli Interpreti e dello stesso Ens?   I nostri interpreti locali ci riferiscono che alcuni Consiglieri della Regione,  interpellati, hanno dichiarato che non sapevano nulla dell’opposizione dei sordi e che quindi hanno agito in buona fede ma la cosa sposta semplicemente più in alto il livello delle responsabilità.

Anche sui numeri occorre fare chiarezza.  Il Consigliere  Michele  Napoli,  citando i dati Inps,  dice che i  sordi della Basilicata sono millecinquecento.  Non è la prima volta che assistiamo a numeri strampalati quando si parla di sordi in quanto ognuno ci mette dentro quello che vuole,  dal sordo prelinguale (Vedi sordi Ens) al vecchietto che è diventato invalido civile sordo.  Va detto che sono solo  i sordi prelinguali  ed i sordi gravi ad utilizzare  la Lis e questi  sono 43.503, in tutta l’Italia  compresi i minorenni (anche questo è un dato Inps).   Il che significa che in Basilicata  il numero si riduce a 412.  Questo è il dato vero su cui bisogna ragionare.

Il Consigliere Napoli ha  affermato che l’istituzione dell’albo regionale degli interpreti Lis, attraverso una commissione di garanzia,  sarebbe stata effettuata per   “  …..  mettere fine a scelte discrezionali in incarichi affidati a questi professionisti  …”.    Avremmo un paio di domande per il consigliere Napoli.   Di quale discrezionalità sta parlando?  Quella forse dell’utente sordo ?  Spiace di non essere d’accordo in quanto,   a nostra parere, la persona sorda  ha invece tutto il diritto di scegliersi l’interprete di fiducia senza per questo dover soggiacere ai nominativi di un elenco stabilito da altri.  Se foste una donna sorda andreste dal ginecologo con la vostra interprete di fiducia oppure con una sconosciuta perché quel nome è scritto sull’albo?  Con l’aggiunta pure che dovrete pagarla di tasca vostra?

Passiamo ora all’altro versante ovvero quello del committente come ad esempio una  Pubblica  Amministrazione. Di quale discrezionalità stiamo parlando se è di questi giorni l’esito di una gara del Corecom Basilicata per  l’interpretazione al Tg3  dove,  grazie ad un bando senza limiti di ribasso,   ha vinto una cooperativa che ha proposto circa dieci euro orarie?  E’ questa la cosiddetta discrezionalità da combattere?  Non esiste un  professionista interprete Lis  degno di questo nome,  che possa accettare di lavorare a quegli importi i quali, è bene precisarlo,  sono quelli incassati dalla Cooperativa e non quelli percepiti dall’interprete  che  saranno ovviamente ancora minori.  E’ questa la professionalità che il consigliere Napoli difende? Vorremmo sottolineare che  il Corecom è un Organismo che dipende proprio  dalla   Regione Basilicata.

Abbiamo un modesto consiglio:  Si ritiri  l’intero provvedimento ovvero si abroghi la legge per evitare un perdente conflitto con il Governo. Si costituisca  un tavolo di lavoro con rappresentanti istituzionali della Regione,   con l’Ens e con  rappresentanti delle   Associazioni Nazionali  degli Interpreti i quali  da trent’anni operano a favore dei sordi ed hanno la competenza oltre che l’esperienza necessaria per dare i suggerimenti utili a  redigere un nuovo testo  che raccolga il plauso di tutti …… Governo compreso

IL CONSIGLIO DIRETTIVO NAZIONALE ANIMU

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